Secondo encomio che pronunciò il grande Basilio vescovo di
Cesarea di Cappadocia in onore dell'atleta benedetto e martire
santo Mercurio nel giorno della sua santa commemorazione, cioè il
25 del mese di Athor. Nella pace di Dio amen.

Coloro che erano ieri presso di noi hanno molto goduto; penso
infatti che abbiano gustato le bontà della tavola spirituale che
era stata preparata per noi, e si sono ubriacati del vino
spirituale.

Che cosa c'è infatti di più grande della parola di Dio, secondo
che è scritto: le tue parole sono dolci nella mia gola più del
miele nella mia bocca.

Certamente non avete dimenticato dove abbiamo lasciato il
discorso ieri a causa della troppa folla che si era radunata da
noi per sentire la parola di Dio. E la parola che l'evangelista
ci promise si è compiuta: essendosi le moltitudini riunite tanto
da opprimersi fra loro, cominciò a parlare con i suoi discepoli:
guardatevi dal sale - cioè l'ipocrisia dei farisei.

Capisci come è l'ipocrisia? L'ipocrisia infatti esorta l'uomo
alla carità soltanto verso coloro che lo loderanno, e a fare il
bene a coloro che lo benediranno. Ed il Vangelo non manca di
attestare di costoro che «hanno già avuto la loro
ricompensa.

Vi esorto dunque cari fratelli, che ciascuno si sforzi di
mantenere il suo corpo come una santa offerta che piace a Dio, e
non ricevete forma in questo mondo. Le cose di questo mondo sono
come ombra e apparenza, e cibi e bevande tali che i piaceri della
vita in cui sei non ti soddisfano mai, ma li desideri ancora di
più. Ma se odierai il peccato non ti volgerai più
ad esso, allora vedrai l'aiuto di Dio che ti protegge, faccia a
faccia.

Io non vorrei limitarmi a queste cose, ma per non tirare troppo
in lungo il discorso, dimenticando i miracoli del santo martire
Mercurio che oggi festeggiamo, guidaci o Spirito Santo, che noi
vi raccontiamo alcuni fra i tanti prodigi e miracoli che Dio
operò per mezzo del suo martire santo e generale, san
Mercurio, che ci trascina a sé esortando gli ascoltatori
intelligenti a ricevere le parole con gioia.

Grandi prodigi e guarigioni avvennero nel suo santo martyrion,
che non potremmo contare.  Alcuni, posseduti da spiriti impuri,
questi gridavano a gran voce ed uscivano fuori. E molti, perduti
nelle cose del diavolo, duri di cuore, li fustiga e li educa con
sofferenze finché il loro cuore si volge alla conversione,
e scelgono di correggersi.

Un certo Agatonico, un mercante della città di Cesarea,
aveva promesso di costruire il martyrion di s. Mercurio, ed
adornarlo; ma le preoccupazioni della vita quotidiana lo avevano
distratto. Egli era molto ricco, e dunque molte volte la
cuoidigia di denaro lo aveva trattenuto.

All'improvviso s. Mercurio venne da lui di notte in un sogno
dicendo: uomo, è meglio che mantieni la tua promessa
piuttosto che rimangiartela.  Ora dunque mettiti a lavorare per
il martyrion, o il Signore si adirerà con te e
porterà su di te una quantità di disgrazie. Dopo
aver detto ciò, s. Mercurio sparì.

Quando venne mattina, l'uomo comprese immediatamente che era
stato s. Mercurio ad apparirgli, e quindi cominciò la
costruzione, con l'aiuto dei re pii, poiché era l'epoca di
Gioviano imperatore pio.

Ma un altro miracolo avvenne nel martyrion di s. Mercurio, che
non voglio tacere. Mentre ancora l'architetto lavorava alla
fondazione, preparando la costruzione, il diavolo non
sopportò di vedere gli onori che venivano tributati al
martire santo s. Mercurio. Perciò fece cadere l'uomo dalla
costruzione, e questi si fece male dappertutto.

Tutto il popolo gridò a gran voce piangendo, ed anche
Agatonico si stracciò le vesti dicendo: Ohimè, ora
avrò molte critiche invece che lodi! Ohimè, sono
queste le ricompense che mi dai, o santo martire di Cristo?

Ma il padre del ragazzo era saldo nella fede in Dio e nei
miracoli del santo martire s. Mercurio, e gridò nel mezzo
della folla: Non addoloratevi, fratelli. Dio può qualsiasi
cosa. Egli infatti risuscitò i morti, fra cui Lazzaro, che
fece risuscitare dai morti dopo tre giorni.

Mentre il padre del ragazzo diceva ciò, l'infortunato che
giaceva come morto aprì gli occhi e vide s. Mercurio che
veniva in mezzo alla folla e lo segnava; quindi si alzava e se ne
andava fra la folla come un lesto corridore.

Hai visto come può essere la pazienza perfetta?  Hai
capito che il Dio di ieri è anche quello di oggi, e di
sempre? Quello che guarì l'ufficiale per la sua fede
è lo stesso che compie i suoi miracoli nei santuari dei
martiri.

Ma un altro miracolo occorse nel martyrion di s. Mercurio, che
non posso esimermi dal raccontarvi. Accadde, dopo che ebbero
finito di costruire il martyrion di s. Mercurio, che i vescovi si
riunirono e vennero ad esso per concelebrare, e si riunirono
anche grandi folle nel martyrion di s. Mercurio.

Mentre veniva fatta la synaxis, vuoi che fosse il diavolo che
agiva per mezzo di un pagano, vuoi che Dio semplicemente lo
permettesse, all'improvviso irruppero i barbari chiamati Sarmati,
il cui costume è quello di assaltare le popolazioni e
farle schiave. E insomma catturarono tutti quelli che trovarono
fuori della porta del martyrion di s.  Mercurio.

Ma i barbari preferirono non entrare nel santuario di s.
Mercurio, perché li assalì un grande timore, e il
resto della gente rimase nel martyrion fiduciosi come ai tempi
del re Davide, ciascuno sul proprio figlio e ciascuna sulla
propria figlia.  E dopo tre giorni che i barbari andavano con i
prigionieri, il miracolo che avvenne fu simile a quello del
profeta Eliseo. Quelli, il Signore fece che udissero il frastuono
di carri e di cavalli e di un enorme esercito; a questi il
martire santo s.  Mercurio fece vedere se stesso faccia a faccia.
Mentre il cielo era limpido, all'improvviso si coprì di
nuvole. I barbari guardarono in alto, e videro s. Mercurio che
veniva dal cielo montato su un cavallo bianco, insieme con altri
cavalieri su cavalli bianchi. Il santo martire s. Mercurio
lanciò la sua lancia nel mezzo dei barbari, e molti di
essi morirono. Quindi il santo si mostrò ai prigionieri e
disse loro: coraggio, non temete. Io sono Mercurio. Poiché
siete usciti dalla chiesa ed avete fatto discorsi sprezzanti
senza costrutto e non siete rimasti in chiesa a benedire Dio ed i
suoi angeli, per questo vi sono toccati questi patimenti. Ma
poiché avete invocato Dio nel vostro cuore e lo avete
pregato che vi aiutasse, per questo mi ha mandato da voi per
aiutarvi, ed affinché i barbari non tornino ancora a far
prigionieri nel mio martyrion mai più. E quindi li
guidò e li riportò al santuario nel quale erano
stati catturati. Il resto dei barbari che erano scampati alla
rovina che era sopraggiunta su di loro mandarono ad assicurare
che non sarebbero più mai andati a quel santuario. E
così coloro che stavano in quel santuario si salvarono,
con le loro bestie fino ad oggi.

Ma forse qualcuno di quegli attaccabrighe dirà: Certo che
il diavolo fa molte cose contro il volere di Dio. Ed anche i
maiali, il diavolo non potrebbe entrarci senza ordine del
Signore. Ma io risponderò così: Dio lo permette per
due motivi; primo, per mettere alla prova gli eletti; secondo, a
causa dei peccati dei popoli.

Ancora: vi era una donna nei pressi del martyrion di s. Mercurio,
che era molto negligente e non badava a portare le offere alla
Chiesa né a fare carità.  A costei, il martire
santo s. Mercurio volle dare una lezione perché si
correggesse. Dunque le causò una malattia nel corpo, che
nessuno poteva guarire. Alla fine ella ricorse ai miracoli del
martire santo s. Mercurio, e quindi andò a quel martyrion
dicendo ad alta voce: Dio di s. Marcurio santo martire, aiutami.

E dopo che la unsero con l'olio santo si addormentò per un
po' ed improvvisamente guardò e vide il santo martire s.
Mercurio che uscieva dall'altare e le prendeva la mano e le
diceva: Donna, stendi la tua mano ai poveri, torna nella chiesa,
e avrai sollievo.  Dopo che ella assentì, dopo tre giorni
guarì dalla malattia.

Accadde anche che un giorno dei ladri entrarono nel martyrion di
s. Mercurio e di nascosto presero degli ornamenti. Mentre se ne
stavano andando con quelli, capitò a loro quello che era
accaduto al profeta Eliseo. I loro occhi divennero ciechi e non
sapevano dove andavano, tanto che tornarono indietro al santuario
di s. Mercurio, portando gli ornamenti che avevano preso di
nascosto. Ed incontrarono l'economo del santuario e gli dissero:
signore, che santuario è questo? Vuoi questi ornamenti da
comprare? Egli quando li vide li riconobbe e disse: Questi
ornamenti sono miei! Infatti questo è il martyrion di s.
Mercurio. Appena ebbero udito il nome del santo martire i loro
occhi si aprirono e riconobbero che quello era il santuario dal
quale avevano rubato gli ornamenti. Subito si prosternarono,
adorarono Dio ed il suo martire santo, e stettero a pregare
l'economo di non consegnarli alle guardie che li avrebbero
uccisi.

Giustamente la Scrittura dice: Chi mi glorificherà, io lo
glorificherò; chi mi insulterà il lo
insulterò. E forse non siete ignari di quella volta che
andai con i vescovi a rimproverare Giuliano l'apostata, dei
tormenti che ci inflisse e come ci lasciò in prigione e
andò in Persia. Noi eravamo in grande tormento, privi di
speranza di salvezza se non in Dio soltanto. Uno di noi, degno di
fede, guardò e vide il santo martire s. Mercurio di notte,
che estraeva la lancia dal suo posto dicendo: Dovrò io
sopportare che questo empio bestemmi Dio?

E dopo tre giorni recarono l'annuncio che l'empio Giuliano era
morto. Ancora eravamo stupiti per il miracolo che era accaduto,
che guardammo in cielo e vedemmo s. Mercurio con la lancia
macchiata del suo sangue come se lo avesse appena colpito.

Insomma, cari figlioli, non siate increduli dei miracoli e dei
prodigi che Dio elargì al suo martire santo s. Mercurio,
che la mia lingua materiale non potrebbe dire uno per uno,
perché sono troppi i miracoli e i prodigi che Dio compie
per mezzo suo continuamente, per l'eternità, e
continuerà a compiere. Senza fine sono i miracoli che Dio
concede al suo martire santo s. Mercurio, poiché si
riversano su tutto il mondo come raggi di sole che inondano tutta
la terra. Così i miracoli di questo martire inondano tutta
la terra.

Disse infatti il Signore nel Vangelo: allora i giusti si
illumineranno come il sole nel mezzo del regno del loro Padre. E
anche: le cose, le posso fare; invece queste cose le farà
Lui. Avrei voluti raccontarvi, o miei cari, molti miracoli, ma
l'ora diventa tarda, e la folla è stanca, ed io
terrò il resto della narrazione per domani,
affinché interceda per noi il martire santo s. Mercurio,
che oggi festeggiamo, affinché otteniamo il perdono dei
nostri peccati nel giorno in cui il Figlio di Dio
giudicherà tutto il mondo. Avvenga dunque che tutti lo
otteniamo, per la grazia e l'amore per gli uomini del nostr
Signore Gesù Cristo nostro Salvatore e nostro Dio. A cui
spetta ogni lode per mezzo suo, con il Padre buono e lo Spirito
Santo salvatore e consustanziale